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il remergometro, la ruota del criceto formato gigante e adatta all'uomo


In tempo di pandemia abbiamo sofferto tutti la stessa limitazione, ovvero poter scendere di casa liberamente e fare sport. A mio parere, questa limitazione è la più terribile, una vera e propria tortura mentale che per uno sportivo può rivelarsi un'incredibile danno permanente perché la forma fisica, già difficile da mantenere in tempi di pace, nel momento in cui viene limitata per lunghi periodi di tempo, difficilmente può tornare ad alti livelli. In ogni caso, per farlo, viene richiesto un doppio sacrificio e non sempre questo è possibile. Molti anni fa, ormai quasi 30, ho approcciato allo sport imparando a remare. Non sono stato un grande canottiere, ho potuto portare a casa pochi titoli, giusto un paio italiani di categoria juniores, però quello che ho imparato durante la mia giovinezza sportiva mi ha accompagnato per tutta la vita. La mia fase di atleta professionista è durata pochi anni poi, quando ho smesso, ho potuto fare una sola ed unica cosa e l'ho sempre fatta, ovvero correre, praticare il running.
Non sono mai andato in palestra, non ho mai più alzato pesi, ho sempre e soltanto corso tra le strade di Napoli. Abitando all'altezza dell'incrocio di via Manzoni via Caravaggio il mio percorso preferito è stato sempre via Manzoni, via Petrarca, via Nevio, via Manzoni, casa!

Per fortuna, avendo una mente razionalmente informatizzata, ho potuto negli anni acquisire è una serie di informazioni che oggi, alla soglia dei 50 anni, mi tornano molto utili. Innanzitutto conosco perfettamente i miei tempi, sia quelli che potevo realizzare quando ero super allenato, sia quelli che posso permettermi di fare oggi che ho quasi 50 anni. Quando avevo 18 anni partendo dall' incrocio via Manzoni via Caravaggio arrivavo alla fine di via Manzoni, quindi all'incrocio con via Petrarca in 18 minuti.

Non sempre spingevo per fare il cosiddetto "tempo" però 18 minuti per percorrere tutta via Manzoni significava per me sentire le gambe volare. Completato questo giro di corsa, quindi tornando alla base incrocio via Manzoni via Caravaggio sotto i 35 minuti. Per me che all'epoca ero molto allenato fare solo 35 minuti di corsa voleva dire non essermi nemmeno riscaldato, per cui, come si dice dalle mie parti giravo la testa al cavallo, e ricominciamo il giro. Oggi sarebbe davvero inaudito fare una cosa del genere ma all'epoca mi risultava molto naturale, senza alcuno sforzo.

I canottieri sono famosi per la loro resistenza fisica, io però che sono stato un canottiere non la chiamerei proprio così, ciò che ci distingue dagli altri sport è un'attitudine mentale dovuta al fatto che il canottaggio, a differenza di qualsiasi altro sport, non ti consente di sapere quanto manca alla fine della gara. Forse solo quando sei su un campo di regata organizzato come si deve puoi permetterti di avere come riferimento una boa. Ma in ogni caso non vedrai mai veramente la fine perché quando Remi la tua faccia è rivolta verso il lato opposto della tua direzione. quando ti ritrovi a pochi metri dall'arrivo e vorresti tanto poter slanciare il collo in avanti come fanno i centometristi, non puoi farlo prima di tutto perché hai la mente completamente annebbiata e seconda cosa perché sei così tanto impegnato se non hai la possibilità di controllare, puoi soltanto dare il massimo fino alla fine finché non senti la famosa a trombetta che delibera la fine della gara. Per questo motivo, un canottiere, impara da ragazzo a dare sempre tutto se stesso senza mai limitarsi imparando a conoscere i propri limiti e da cercare sempre di superarli.



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